Il Palazzo delle Papesse


Il nome del Palazzo delle Papesse è evocativo di Caterina e Laudomia, sorelle di Papa Pio II; fu Caterina a dirigere tutta l’impresa della costruzione con uno stile di progettazione non senese, strettamente associato alla famiglia Piccolomini.

L’edificio, costruito tra il 1460 e il 1495, è un tipico esempio di architettura rinascimentale di gusto fiorentino e presenta sulla facciata in pietra due stemmi della famiglia Piccolomini; si caratterizza anche da un cortile interno, in cui sono presenti capitelli dello scultore Marrina, realizzati intorno al 1509-1510. Il palazzo ricorda sia Palazzo Ruccellai di Leon Battista Alberti, sia quello che lo stesso Rossellino disegnò per il Palazzo Piccolomini di Pienza.

Fu residenza della nobile famiglia senese, banchieri della corte papale, che fin dal XII secolo era tra le più importanti e influenti della città. Alla fine del secolo XVII, questa grande famiglia si estinse e la Consorteria Piccolomini decise di affittare l’edificio al Collegio Tolomei (istituto il cui compito era quello di educare giovani nobili), che vi rimase fino all’inizio dell’Ottocento.
Successivamente il Palazzo venne concesso in uso allo Scrittoio delle Regie Fabbriche, cioè allo Stato, diventando così sede di vari uffici governativi e in seguito sino al 1858, ospitò l’Archivio di Stato.

Nel 1884 il palazzo fu acquisito dalla Banca d’Italia e fu sottoposto a diverse modifiche per adeguarsi alla nuova funzione; risalgono a questo periodo gli affreschi in stile neorinascimentale che decorano alcune sale del piano nobile del palazzo. Palazzo Piccolomini ha ospitato la Filiale della Banca d’Italia a Siena per 100 anni.
Questa rapida immagine del Palazzo non può che concludersi ricordando la famosa altana, posta sul tetto, che offre una straordinaria veduta sul Duomo e su tutta Siena; dalle terrazze del palazzo, Galileo Galilei, per alcuni mesi ospite dell’arcivescovo Piccolomini, perfezionò gli studi sui principi della meccanica.

La Banca d’Italia ha recentemente restaurato il prospetto principale su via di Città e il prospetto su via del Castoro, riportando il Palazzo al suo antico splendore.

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